
Diana Çuli è una delle figure più autorevoli della cultura albanese contemporanea. Scrittrice, giornalista e attivista per i diritti delle donne, ha dato voce, attraverso romanzi, racconti e saggi, alle inquietudini dell’identità femminile in una società segnata dalla dittatura comunista prima, e dalla transizione democratica poi. La sua scrittura riflette con forza e sensibilità la trasformazione sociale e culturale dell’Albania, portando alla luce i conflitti nascosti nella sfera privata e pubblica.
Nata a Tirana il 13 aprile 1951, Diana Çuli si è laureata in filosofia all’Università di Tirana. Negli anni del regime comunista di Enver Hoxha ha iniziato la sua carriera nel campo del giornalismo e della letteratura, distinguendosi per la capacità di trattare, anche sotto censura, temi legati all’identità femminile e alla psicologia individuale.
Con la caduta del regime nel 1991, Diana Çuli ha assunto un ruolo sempre più attivo nella vita pubblica albanese. È stata direttrice della rivista femminile Shqiptarja e Re e presidente dell’Unione delle Donne Albanesi. Ha anche intrapreso l’attività politica, facendo parte del Parlamento e lavorando in particolare su questioni relative ai diritti umani e all’uguaglianza di genere.
Le sue più importanti opere:
“Engjëjt e tepërt” (“Angeli di troppo”) – 2009: Questo romanzo è tra i più conosciuti dell’autrice. Vi si affronta il tema della tratta delle donne e della violenza sessuale. Protagonista è una giovane ragazza albanese, vittima di uno sfruttamento brutale, che tenta di ricostruire la propria identità e dignità.
“Gjarpëri i shtëpisë” (“Il serpente di casa”) – 2002: Al centro di questo romanzo vi è l’analisi e l’esplorazione della famiglia come specchio di tensioni sociali più ampie.
“Diell në mesnatë” (“Sole a mezzanotte”) – 1989: Diana Çuli mette in scena il contrasto tra aspirazioni individuali e collettivismo ideologico, attraverso il ritratto di una donna intellettuale in cerca di libertà.
Oltre all’attività letteraria, Diana Çuli è impegnata da anni nella difesa dei diritti delle donne. Ha lavorato con ONG e istituzioni internazionali per combattere la tratta di esseri umani e la violenza di genere. Ha contribuito alla stesura di politiche pubbliche per la parità e la promozione della cultura dei diritti umani in Albania.